Quali usi dei cookies sono più discutibili per i rischi che comportano rispetto alla tua privacy? E perchè?
I cookies sollevano da sempre forti polemiche perchè raccolgono dati estremamente sensibili.
Spesso senza che l’utente lo sappia, o sia informato di come esattamente i suoi dati sono raccolti, gestiti, analizzati, protetti da usi non legittimi.
In questa nuova lezione della serie sul rapporto tra cookies e privacy vediamo quali usi dei cookies sollevano più polemiche per i rischi che comportano per la privacy degli utenti.
Non Tutti I Cookies Sono Uguali
In molti affermano che l’uso odierno massiccio dei cookie comporta un rischio di eccessiva intrusione nella tua privacy.
Ma prima di discutere questo, è utile distinguere tra cookies e cookies, senza fare di tutta l’erba un fascio e condannare indiscriminatamente tutti i cookies.
Torniamo per un momento alle finalità di utilizzo dei cookie.
Anche se i cookie sono uno strumento apparentemente neutro, è chiaro che ci sono alcune finalità di utilizzo dei cookie di cui beneficiano maggiormente i navigatori, ed altre finalità di cui invece beneficiano maggiormente i siti o le aziende che raccolgono i loro dati.
E sono queste ultime finalità a creare problemi.
Evitare di rifare il login ad ogni sessione o ad ogni pagina che visiti di un sito in cui hai un account, oppure riaprire il carrello e ritrovare i prodotti che avevi scelto in una precedente sessione, oppure ancora ritrovare le proprie personalizzazioni in pagine specifiche sono tutte finalità principalmente a vantaggio del navigatore.
L’utilizzo dei cookies per il monitoraggio e l’analisi del traffico attraverso web analytics cookies va a vantaggio principalmente di chi gestisce un sito.
Indirettamente, l’analisi del traffico e il potenziale conseguente miglioramento della navigazione dovrebbe portare benefici anche ai navigatori del sito.
Ad esempio, se mi accorgo che una pagina del mio sito ha un alto tasso di abbandono, forse c’è qualcosa che non va nella pagina (magari il contenuto è poco interessante o magari è troppo specifico o tecnico o lungo o mancano links ad altre pagine con argomenti simili).
Se riesco a capire come migliorare la pagina grazie ai dati raccolti dal cookie, il lettore potrà trovare un contenuto più interessante, o magari muoversi in altre aree del sito per trovare le informazioni di cui ha bisogno.
Tracking Cookies: Pro E Contro
L’uso più controverso dei cookies rispetto al tema della privacy è però quello del tracciamento del comportamento dell’utente, che avviene per motivi di targetizzazione pubblicitaria.
Considera che i cookie usati per la pubblicità costituiscono i 2/3 di tutti i cookie usati (dati 2012 riportati dal Financial Times).
I cookie usati per questo scopo sono chiamati tracking cookies (o cookie di tracciamento), o anche behavioural targeting cookies (cookie per la targetizzazione del comportamento dell’utente).
Le informazioni che i tracking cookies raccolgono sono decisamente utili più alle aziende che a te.
La possibilità di ottenere queste informazioni è uno dei fattori che ha trainato la crescita di Internet.
Se la maggior parte dei contenuti su Internet è gratis, è perchè i siti guadagnano principalmente dalla pubblicità.
Se la pubblicità online ha preso piede, è anche perchè offre possibilità di targetizzare segmenti di utenza specifici, e di misurare in maniera estremamente precisa l’efficacia della pubblicità ed il ROI (Return On Investment).
Ed è sempre più efficace perchè i sistemi di targetizzazione sono sempre più precisi. I tracking cookies sono tra gli strumenti che hanno reso così efficace e misurabile la pubblicità online.
C’è comunque un vantaggio indiretto per il navigatore dai tracking cookies. Più dati le società pubblicitarie raccolgono sulle tue attività, più ti conoscono, e più le pubblicità che ti propongono sono mirate.
Vuoi comprare un computer nuovo? Cerchi informazioni usando Google, ti informi su diversi siti, decidi di comprare un computer Lenovo, compari modelli Lenovo su siti tecnici, controlli i relativi prezzi su siti di price comparison, leggi reviews dei modelli in magazines online, cerchi i commenti di chi li ha comprati in forum di settore.
Mentre fai questo, centinaia di tracking cookies raccolgono dati sulla tua navigazione che inviano a società pubblicitarie.
Queste società capiscono che sei interessato a comprare un computer Lenovo di un certo tipo. Quando navighi online, molto probabilmente nei siti che visiterai verranno mostrate pubblicità relative a computer Lenovo.
Questo va a tuo vantaggio, perchè è chiaro che preferisci vedere pubblicità di offerte per computer Lenovo piuttosto che pubblicità di siti di dating online o di piattaforme di gioco d’azzardo.
Cliccando su un’offerta speciale magari riuscirai a comprare il computer che cerchi ad un prezzo scontato.
Quanti Dati Raccolgono Le Aziende Online?
Ma questo vantaggio per il navigatore è controbilanciato dal rischio che un’enorme quantità dei tuoi dati finisca accentrata in mano a poche aziende e che il controllo sui tuoi dati ti sfugga di mano. La quantità di dati che alcune società di Internet riescono ad ottenere su di te è enorme.
Ancor più preoccupante è che queste informazioni raccolte su Internet vengano integrate con il mare di tracce digitali che lasciamo ogni giorno con le più banali attività che svolgiamo fuori da Internet: guardare la televisione, pagare con bancomat o carta di credito, usare il cellulare.
Se ti interessa l’argomento ti consiglio un intelligente libro di Stephen Baker che ho letto l’anno scorso. Il titolo italiano è “Il Potere Segreto Dei Matematici. Chi sono i signori dei numeri che controllano il nostro comportamento: cosa compriamo, cosa votiamo, chi amiamo” (il titolo inglese è molto più bello: “The Numerati”, come a dire i Signori dei Numeri).
In questo libro Stephen Baker mostra come i nostri dati digitali sono raccolti, integrati ed analizzati da società di analisi dati (spesso poco conosciute ai non esperti del settore), che usano complessi algoritmi matematici e modelli statistici per analizzare le relazioni tra i dati, ed arrivare a prevedere il nostro comportamento, soprattutto come consumatori.
Non è fantascienza.
E’ una realtà che già fortemente influenza la nostra vita – online ed offline.
Numerose aziende si muovono in questo settore, una potenziale miniera d’oro per gli enormi interessi economici che la previsione del comportamento delle masse (e degli individui, una volta profilati) muove.
Ma anche restando nell’ambito di Internet, varie ricerche mostrano che l’integrazione dei nostri dati personali e delle nostra tracce sta già avvenendo.
I social networks hanno accelerato incredibilmente la diffusione di dati personali online, inclusi: foto personali, località, genere, nome, amici, attività, scuole frequentate, lavori, età, data di nascita, indirizzo, telefono, email.
E i social networks offrono alle aziende pubblicitarie (quanto involontariamente?) semplici modi per legare queste informazioni personali con le attività online tracciate, grazie anche ai cookies.
E non parliamo solo di Facebook: ad esempio, da poco più di un anno Google integra i tuoi dati raccolti da YouTube, Gmail, il motore di ricerca, Google+ e un’altra dozzina circa di servizi.
I Cookies Sono L’Unico Canale Di Raccolta?
No. I cookies non sono l’unico canale con cui le aziende di Internet raccolgono dati personali sulla nostra attività online. Sai ad esempio in quanti modi Google raccoglie dati personali? Ed Econsultancy riporta che i cookie contano per il 60% del tracking sui navigatori; il 40% dei dati raccolti per scopi commerciali online passa dunque attraverso altri canali.
I cookie mantengono ancora oggi però un ruolo prominente nel fornire informazioni su quello che fai online, soprattutto quando sono usati per analizzare il nostro comportamento.
E dato che Internet è sempre più centrale nelle nostre vite, i dati che i cookie trasmettono sono sempre più numerosi, e rivelano sempre più di quello che siamo, di quello che vogliamo e di quello che facciamo online.
Ad esempio, Yahoo! e Google raccolgono circa 2.500 informazioni al mese su ciascun utente. Facebook, oltre ad avere in mano molte nostre informazioni personali, grazie a cookies specifici traccia i siti che visitiamo anche abbiamo chiuso la pagina del nostro profilo.
Ma Le Aziende Sono Davvero Interessate Ai Dati Dei Singoli Utenti?
Certo, c’è da dire che nel mare dei dati che le aziende raccolgono su di noi, quello che conta non è tanto il comportamento dell’individuo, ma i dati aggregati: ossia, il comportamento di gruppi di utenza abbastanza numerosi da giustificare la creazione di un segmento dell’utenza e lo sviluppo di regole per ottimizzare la conversione.
Ad esempio, se io visito il sito “a.com”, poi passo al sito “b.com” e poi clicco su un annuncio del prodotto “XXX”, il mio comportamento individuale non dice nulla ad un’azienda che analizza i dati di 700 milioni di persone.
Se 100 mila persone visitano “a.com” e subito dopo “b.com” e subito dopo cliccano sull’annuncio di “XXX”, mentre invece solo 3 mila persone visitano “a.com”, poi “b.com” e cliccano sul prodotto “ZZZ”, questa comparazione acquisice una valenza statistica per chi analizza i comportamenti tale da spingere l’azienda a pubblicizzare il prodotto “XXX” nel sito “b.com” se tu arrivi dal sito “a.com” invece del prodotto “ZZZ”.
Per dirla in parole semplici, chi guarda i dati non si interessa di te o di me personalmente, perchè non abbiamo importanza come individui.
Soltanto i dati aggregati permettono di identificare trends e segmenti di utenza, e di prevedere il comportamento di questi segmenti per ottimizzare l’efficacia del messaggio pubblicitario proposto.
Chi analizza i dati, anche e soprattutto quelli raccolti attraverso cookies di profilazione e marketing, si interessa di segmenti specifici dell’utenza, di gruppi demografici che hanno senso se si possono targetizzare a fini pubblicitari.
Nella prossima lezione: come sta evolvendo la normativa sui cookies.
Le lezioni su cookies e privacy:
- I cookies e i rischi per la tua privacy
- Gli usi dei cookies più discutibili per la privacy (la lezione che hai appena letto)
- Le norme che regolano l’uso dei cookies
- Le reazioni delle aziende di Internet alle norme sui cookies
- Cookies e rischi per la privacy: le mie conclusioni
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(image credits: cartoon by Pierre Kroll in Take control of your personal data, pubblicazione dell’European Commission – Directorate-General for Justice)
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